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IA al servizio della sicurezza: la lotta al terrorismo

1.440 attacchi, 7.616 vittime: sono questi i numeri che raccontano gli attentati terroristici nel mondo dal primo gennaio 2018 a oggi.

Il terrorismo non si sconfigge solamente con le armi, ma anche attraverso la tecnologia. Nonostante le indagini sempre in corso, non è sempre possibile battere sul tempo le organizzazioni terroristiche.

A questo proposito, proprio l’intelligenza artificiale costituisce un nuovo ed efficace strumento a favore della lotta al crimine organizzato e ai network del terrore. L’analisi automatica dei big data, la capacità di prevedere i comportamenti di gruppi di persone, la mappatura delle relazioni di un network criminale, sono solo alcuni degli esempi di una nuova forma di lotta all’illegalità che si spingerà, idealmente, fino alla previsione di eventuali attacchi terroristici.

L’analisi predittiva

L’analisi predittiva mette in relazione i dati provenienti da diverse fonti (social media, telecamere di sorveglianza, transazioni con carte di credito, pagamenti online, GPS) e li trasforma in informazioni utili per la tutela della sicurezza.

Sebbene a prima vista possa sembrare un’attività semplice, la diversità dei dati che devono essere trattati (fotografie, filmati, coordinate GPS, fatture, status di Facebook, ecc.) e la quantità di informazioni disponibili la rende in realtà molto complessa.

Per questo motivo l’analisi predittiva è oggi affidata in gran parte ai sistemi di intelligenza artificiale, che, grazie a una enorme capacità di elaborazione, sono in grado di monitorare in tempi utili ingenti quantità di dati.

Una moltitudine di dati

I sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale devono processare un’enorme quantità di dati, sempre facendo attenzione e tenendo conto dell’eterogeneità e la volatilità che li caratterizza.

Molte organizzazioni hanno fatto della rete il loro principale canale di propaganda politica e religiosa. Secondo un report, gli affiliati di uno dei principali organismi criminali, utilizzano oltre 50.000 account social su varie piattaforme e in decine di lingue diverse per diffondere il messaggio e reclutare nuovi adepti. Tenerli sotto controllo “manualmente” è di fatto impossibile.

I sistemi di IA hanno il compito di aiutare gli analisti e i servizi di intelligence a identificare le persone o i gruppi che manifestano online atteggiamenti potenzialmente pericolosi: questo avviene attraverso l’analisi in tempo reale ciò che accade su Facebook, Twitter, Youtube e così via, evidenziando i contenuti sospetti.

Non solo messaggi testuali e parole chiave, ma anche immagini, file audio, posizioni geografiche, interazioni tra persone e contenuti. In questo modo è possibile scoprire se attorno a un certo account si sta creando un gruppo potenzialmente minaccioso e che potrebbe dar vita in futuro a una cellula criminale.

IA contro narcos

Un valido esempio di applicazione di questi sistemi alla sicurezza viene dal Messico, dove le forze dell’ordine utilizzano da tempo l’analisi dei social network per prevenire, o tentare di prevenire, i sanguinosi attentati organizzati dal cartello del narcotraffico in diverse aree del paese. Si tratta di assalti violenti, che spesso provocano decine di vittime innocenti la cui unica colpa è quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Per questo motivo in alcune città del Messico è diventata prassi comune informarsi tramite i social network circa la sicurezza sul territorio della propria destinazione: ad esempio per sapere se ci sono auto che bloccano strade (un sistema spesso utilizzato dai sicari per impedire la fuga ai loro bersagli) o se ci sono altri movimenti sospetti che possano far presagire il peggio.

Tutte queste informazioni, tweet, status di Facebook, fotografie, opportunamente rielaborate e aggregate da un sistema di intelligenza artificiale, vengono utilizzate dalle forze dell’ordine come sistemi di allerta per tenere sotto controllo il territorio.